Colloquio e Sostegno psicologico

Il colloquio psicologico è una forma particolare di dialogo. E’ un percorso di incontro fra due persone, un Paziente che cerca risposte alle sue domande/sollievo ai suoi sintomi ed uno Psicologo che, con la sua formazione ed i suoi strumenti, dà senso alla storia del paziente, restituendogli l’equilibrio e togliendo i sintomi.

Il sostegno psicologico è l’aiuto che lo Psicologo fornisce ad una persona che si è accorta di non riuscire da sola ad affrontare un momento di difficoltà che si sta verificando nella propria vita. Lo Psicologo, con i suoi strumenti e competenze, sostiene la persona nel superamento di tale periodo di vita, (ri)attivando le risorse dell’individuo.

Psicosomatica

Il disturbo psicosomatico mette in luce come il corpo sia un eccezionale strumento di comunicazione di uno stato di sofferenza mentale o di disagio psichico.

La somatizzazione è il processo di base del disturbo psicosomatico. Infatti, con tale termine, si intende il meccanismo che permette di trasformare i processi psichici in somatici, coinvolgendo il sistema endocrino ed immunitario. Dunque, i disturbi psicosomatici mostrano sintomi fisici che suggeriscono l’esistenza di un disturbo organico, i cui sintomi non derivano né da una condizione medica generale, né dagli effetti diretti di una sostanza, ma solo dalla presenza di un disagio mentale.

Per questo, prima di comprendere i sintomi fisici in una più ampia prospettiva psicologico/psicosomatica, è fondamentale aver svolto tutti i controlli medici che escludano una oggettiva causa organica alla base della patologia corporea in essere.

Le manifestazioni organiche di origine psichica non sono prodotte intenzionalmente né sono frutto di simulazione, ma sono disagi reali. Questi sintomi organici possono portare ad un grado di sofferenza molto elevato in diverse aree del proprio funzionamento, come la vita affettiva, sociale, lavorativa e familiare.

 

L’intervento psicologico psicosomatico non va confuso col sostegno psicologico in caso di malattie croniche e/o degenerative aventi una chiara diagnosi medica. Dal punto di vista psicologico, l’ammalarsi comporta un cambiamento radicale rispetto alla vita conosciuta fino a quel momento (sia per il soggetto coinvolto che per i familiari/amici), imponendo di conseguenza la ricerca di un nuovo significato di se stessi e della vita. L’intervento psicologico in queste circostanze, dunque, è rivolto a sostenere la persona in questo complesso periodo di adattamento ai cambiamenti.

Training Autogeno Analitico (T.A.A.)

Il T.A.A. è una Psicoterapia Analitica breve volta alla risoluzione sintomatica di tutti quei casi in cui un disagio interno o un blocco emotivo rendono complessa la quotidianità della persona. Ha elementi in comune con il Training Autogeno, ma non viene utilizzato unicamente per il “rilassamento” classicamente inteso.
Durante le sedute di T.A.A. viene preso in considerazione anche il corpo come alleato nel raggiungimento dell’equilibrio psicologico.

Il corpo, quindi, col T.A.A., non solo apprende la capacità via via più spontanea e automatica di rilassarsi, ma diventa contemporaneamente oggetto di attenzione e interpretazione nella misura in cui il soggetto verbalizza sensazioni corporee, vissuti ed immagini che emergono durante le sedute.
Sul nostro corpo, infatti, è scritta la nostra storia e su di esso sono incisi i nostri traumi. Leggerlo ed ascoltarlo significa creare un ponte tra processo mentale e sintomatologia fisica, ad esempio dare un significato a “quel mal di pancia”, a “quel mal di testa”, collocandoli nella nostra storia di vita.

Analisi Immaginativa

E’ una tecnica psicoterapeutica che si basa sull’utilizzo delle immagini spontaneamente prodotte dalla nostra mente. E’ un metodo che consente di identificare rapidamente le difficoltà della persona, per poterle così affrontare meglio.

Le immagini che si producono spontaneamente nella nostra mente (ad esempio le nostre fantasie) hanno per la maggior parte un’origine inconscia. Quindi, facendo emergere le immagini che la persona produce, si può conoscere in modo molto più profondo, ed allo stesso tempo immediato, il mondo interno del paziente.

“Le immagini sono una nuova possibilità di accesso all’inconscio e quindi alla sofferenza psichica (…). Proprio in quanto creazione della fantasia, l’Immaginario (…) è il luogo in cui i sentimenti hanno la possibilità di essere rappresentati visivamente, drammatizzati con ampio coinvolgimento di tutta la personalità”. Gian Mario Balzarini, 1988.

Vittorino Andreoli, noto Psichiatra italiano dice:

“La memoria delle immagini si deposita in noi ed è quella a cui leghiamo i sentimenti”.

Dr. Jacopo Arcuri - Studio di Psicologia a Parma